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Primo volume della collana Antologia di cultura grafica (Lazy Dog, 2023)

La questione moderna in Europa, 1923–1946


venerdì 28 aprile, dalle ore 11:30 alle 13, aula B2.2.8, edificio B2, Campus Bovisa Durando

Vi invitiamo alla presentazione del primo volume della collana Antologia di cultura grafica (Lazy Dog, 2023), dal titolo La questione moderna in Europa, 1923–1946, a cura di Alessandro Colizzi, Silvia Sfligiotti e Carlo Vinti. Intervengono i curatori Alessandro Colizzi, Silvia Sfligiotti e il designer Francesco Ceccarelli; moderano Luciana Gunetti e Mario Piazza.

«Antologia di cultura grafica» è la nuova collana dedicata alla storia della comunicazione visiva. Curata da Alessandro Colizzi e Silvia Sfligiotti, coadiuvati di volta in volta da uno o più guest editor, la collana propone una serie di volumi, organizzati intorno a un tema o a un’epoca, e comprende una ricca antologia di testi (articoli, saggi, capitoli, estratti, manifesti) tradotti in lingua italiana e introdotti da un saggio dei curatori.

«La questione moderna in Europa» affronta il dibattito grafico in seno al movimento moderno degli anni fra le due guerre, con uno sguardo allargato al continente europeo per includere autori di culture e storie nazionali finora trascurate dalla storiografia.

Lungi dall’essere un fenomeno unitario, il movimento moderno è stato caratterizzato da una pluralità di manifestazioni e dalla presenza di posizioni teoriche molto diverse. In particolare, la grafica modernista è stata il frutto di un processo di negoziazione tra attori appartenenti a diversi contesti nazionali. Inoltre, alla sua formazione hanno partecipato soggetti provenienti da molteplici ambiti disciplinari: pubblicità, editoria, architettura, fotografia, giornalismo e industria della stampa.

Questa antologia riflette la varietà di orientamenti e opinioni espresse tanto all’interno delle singole vicende nazionali, quanto dalle diverse personalità coinvolte, che hanno interpretato l’ideologia del moderno in modi e forme quanto mai eterogenee. Il panorama che ne emerge è decisamente più sfumato e ibrido di quanto sia apparso finora nelle pubblicazioni esistenti, e permette di cogliere il fenomeno nella sua complessità teorica, estetica, tecnologica e sociale.