Dipartimento

Ricerca

Personale

Collabora

Laboratori

Magazine Contatti
EN

Il progetto europeo Service Design for Innovation

01 novembre 2015 — 3 minuti di lettura

Sono docente di Product Service System Design nel corso teorico Network and Services e contribuisco alla didattica del corso di Industrial Design. Il mio ambito di ricerca è legato allo sviluppo della pratica e della teoria del Design dei Servizi, ovvero un'area disciplinare che ambisce ad introdurre e diffondere l'utilizzo di approcci progettuali centrati sulla persona per migliorare l'esperienza, l'efficienza e la sostenibilità dei servizi sia pubblici che privati. Sono membro dell'International Society of Service Innovation Professionals (ISSIP) e di una scuola europea di dottorato (European Training Network) sul tema del Service Design for Innovation, con lo scopo di integrare le competenze di Design all'interno di pratiche multidisciplinari di innovazione dei servizi.

Il progetto europeo SDIN - Service Design for Innovation

Sono tornata a lavorare qui in Italia dopo 8 anni trascorsi presso la Lancaster University, una grande università nel nord ovest della Gran Bretagna. Lì collaboravo con un centro di ricerca chiamato Imagination, che promuove l’idea di utilizzare il design per affrontare le più pressanti tematiche contemporanee, combinandolo con altre discipline.

 Qui al Politecnico ho trasferito un progetto che avevo iniziato a Lancaster University: SDIN - Service Design for Innovation, un progetto europeo finanziato dal programma Marie Curie, che ha la finalità di formare un network di formazione attraverso lo sviluppo di una scuola di dottorato europea sul tema.

 Il progetto è importante perché:

  • indica un interesse nei confronti del il contributo del design da parte di varie discipline che si occupano di innovazione e studio dei servizi (service research o service science);
  • indica un cambiamento nella definizione del design dei servizi da un ambito disciplinare di design, ad un approccio multidisciplinare dove il design contribuisce ad introdurre un approccio centrato sulle persone;
  • si basa su collaborazioni con aziende e settore pubblico e sviluppa approcci concreti che integrano strumenti del management, del marketing, dell’engineering, dell’information technology, del design e creano innovazione.

Il design ha un ruolo centrale, perché porta la dimensione human centered che è fondamentale per integrare diversi contributi disciplinari.

9 studenti di dottorato sono finanziati per sviluppare questa competenza a livello sia teorico che pratico.

La scuola di dottorato si fonda sulla ricerca individuale di questi dottorandi dei quali segue i diversi progetti con lo scopo di creare un sistema di conoscenza multidisciplinare sul tema del design per l’innovazione dei servizi.

Nello specifico, i singoli progetti saranno seguiti ciascuno da due università con competenze diverse così che lo studente possa avere diversi stimoli. Sono inoltre previsti dei periodi di tirocinio e studio presso aziende così da sviluppare un apparato teorico, ma anche degli approcci pratici che possano essere testati con le imprese e valutati nel loro impatto.

Il ruolo del Politecnico

A Milano avremo uno di questi 9 dottorandi che verrà seguito dal Politecnico e dal Karlstaad University. Il suo ruolo sarà quello di aiutare le imprese con un forte orientamento tecnologico a sviluppare una logica di servizio, cioè un approccio all’innovazione che sia da una parte più incentrato sulla comprensione l’utente, allo stesso tempo più dinamico, che non si focalizzi su una specifica tecnologia, uno specifico prodotto, ma su un sistema di soluzioni flessibile, in relazione alle esigenze dell’utente.

Il dottorando avrà un periodo di collaborazione con IBM in Germania e poi un periodo in Scozia presso un’agenzia di digital service design e ci saranno opportunità di ulteriori collaborazioni in Italia.

Tornare al Politecnico

Naturalmente è stata un’esperienza fondamentale stare così tanti anni all’estero, in particolare in Inghilterra dove il tema della progettazione dei servizi è stato sviluppato in modo molto pragmatico. In UK ci sono tantissime esperienze di progetti; c’è stato un supporto a livello di Research Council per i progetti di ricerca, e a livello istituzionale il design è stato supportato per svilupparsi nel settore dei servizi. E’ stata un’opportunità per vivere questo sistema, in particolar modo nel mondo del settore pubblico, dove c’è tantissimo interesse, e tantissima sperimentazione.

Tornare in Italia è una sfida. La teoria del design dei servizi è nata anche in Italia e qui ha continuato a svilupparsi. La sfida personale è quella di contribuire a quello che i miei colleghi hanno comunque continuato a fare e portarlo ancor di più non solo nell’ambito accademico, ma anche collaborando con le imprese e, vorrei tanto, nel settore pubblico.

Nello stesso tempo, il Dipartimento di Design è cresciuto, è diventato molto più dinamico, molto più aperto all’estero e quindi per me è il momento giusto questo per tornare.