The Bridge of Future
Ponti del futuro per la Biennale di Architettura e Urbanistica di Seoul 2023
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Due progetti futuristici di ponti abitati, realizzati durante il Laboratorio New Interiors “FUTURABILITY: Timeless Utopias for Seoul” della Scuola del Design, si sono posizionati tra i dodici finalisti che parteciperanno ad una delle maggiori esposizioni internazionali asiatiche dedicate all’architettura.
A partire dal 1 di settembre 2023 e per tutto il mese di ottobre, due progetti di studenti della Scuola del Design del Politecnico di Milano saranno esposti alla Biennale di Architettura e Urbanistica di Seoul.
I progetti sono stati realizzati durante il Laboratorio New Interiors 2 del Corso di Laurea Magistrale in Interior and Spatial Design dei Professori Ico Migliore, co-founder dello Studio di progettazione Migliore+Servetto, e Paolo Giacomazzi, con Rossella Forioli e Viola Incerti.
Il corso, in linea al programma di Cultural Proximity di cui lo Studio di progettazione Migliore+Servetto si occupa, si focalizza sullo sviluppo di visioni all'avanguardia relative alla riqualificazione culturale urbana.
La tematica di quest’anno, “Futurability: Timeless Utopias for Seoul”, ha permesso agli studenti di cimentarsi nello sviluppo di progetti visionari di ponti abitati sul fiume Han pensati per il futuro della città di Seoul.
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Il tema della quarta edizione della Biennale, diretta dall’Architetto Byoung Soo Cho, è, infatti, quello di investigare il futuro di Seoul tra 100 anni, immaginando una città verde e sostenibile per riconnettere il tessuto urbano e i suoi abitanti alla natura. La sezione “Global Studios” della Biennale ha coinvolto circa 40 Università da tutto il mondo raccogliendo la partecipazione di più di 500 studenti e un centinaio di Professori di Architettura e Design.
La visione di un futuro basato sulla sinergia di uomo, architettura e natura si è quindi identificata come punto cardine dell’intero corso progettuale della Scuola del Design.
«Le architetture sono spazi in movimento e in equilibrio, sempre in costante metamorfosi. Organismi viventi in dialogo con l'uomo, l'intelligenza artificiale e la natura.»
THE BREATHING BRIDGE
Il progetto The Breathing Bridge si ispira al concetto di respirazione, ovvero un atto di scambio di energia tra gli organismi viventi e l’atmosfera. Il ponte è progettato come un essere vivente organico che trattiene, elabora e trasforma il “Gi”, l'energia fonte della vita, per adattarsi gradualmente, in modo naturale come il respiro, all’ambiente circostante. Il processo di scambio coinvolge il ponte, i suoi abitanti e l’ambiente: attraverso il ponte, i cittadini inspirano le montagne, le colline e l'acqua di Seoul, la cui energia viene trattenuta per essere elaborata e trasformata attraverso l’attività umana; l’espirazione del “Gi” si collega alla natura per fornire nuova energia e aria.
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Il ponte, le cui forme e curve traggono ispirazione dai paesaggi naturali della Corea del Sud, si compone di quattro moduli funzionali combinati tra loro per galleggiare o poggiare sulla terraferma. Si possono distinguere due livelli:
In superficie i cittadini possono svolgere attività fisica e dedicarsi ad attività all’aria aperta partecipando a festival, spettacoli di intrattenimento e ologrammi organizzati;
Nelle gallerie interne, i cittadini possono rilassarsi in un ambiente filtrato e pulito, interagire o guardare spettacoli o giocare attraverso gli ologrammi.
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Ciascun modulo è composto da una membrana realizzata con una pelle futuristica pluristratificata, opera della bioingegneria, in grado di modificare le proprie proprietà. Questa caratteristica consente la continua trasformazione e interscambio dei moduli. La membrana è in grado di filtrare specifici agenti inquinanti e raggi solari, trattenendo il calore per rilasciarlo di notte, e possiede proprietà meccaniche grazie allo strato nervoso che si restringe e si espande per connettersi. L'espansione della pelle avviene quando il clima e l'atmosfera sono malsani, con alte temperature o agenti inquinanti nell’aria che vengono registrati da appositi sensori.
BACK TO NATURE
Il progetto Back to Nature promuove la sostenibilità alimentare attraverso un processo di catena di montaggio circolare. L'obiettivo è sensibilizzare e coinvolgere le persone nella riduzione degli sprechi alimentari e nella produzione di nuovi materiali.
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Il ponte è composto da tredici moduli dodecaedrici uniti tra loro grazie a campi magnetici che consentono all’intera struttura a scheletro di galleggiare sul fiume. Tre moduli ospitano le tre fasi e attività principali della catena di montaggio legata al tema del cibo:
Il modulo Growing rappresenta la prima fase della catena ospitando un orto verticale necessario per la produzione di frutta e verdura. Gli abitanti del ponte vengono educati e coinvolti nell’attività di crescita dell’orto, diventando consapevoli del processo e potendo raccogliere cibo fresco;
Il modulo Distribution and Consumption è una vera e propria arena alimentare di consumo e condivisione delle risorse, distribuite attraverso un mercato in cui si preparano e distribuiscono i piatti attraverso oblò sulle pareti;
Il modulo Upcycling è dedicato all’attività di smaltimento e riciclo dei rifiuti alimentari, impiegati all’interno di un ciclo di costruzione autosostenibile del ponte e in nuovi oggetti.
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In Back to Nature natura e struttura del ponte si intrecciano costantemente fino a fondersi. Il nucleo centrale dei restanti dieci moduli è costituito da strutture tubolari che si collegano ai vertici interni del modulo composto da materiale poroso a base biologica proveniente dal riciclo degli alimenti e che permette, nel tempo, l'espansione del ponte stesso e la colonizzazione della natura lungo la struttura. L'accesso al ponte è enfatizzato dalla presenza di tre piazze pentagonali che fungono da aree di incontro per le persone.
TEAM
Docenti:
Ico Migliore
Paolo Giacomazzi
Rossella Forioli
Viola incerti
Studenti:
The Breathing Bridge
WenWen Liu
Veronica Piunti
Yue Wanqing
Yue Zhao
Back to Nature
Giuseppe Addati
Alice Bazzucco
Lorenzo Sardella
Ala Zhyvulka