Laurea Magistrale Ad Honorem in Fashion Design for the fashion system
Nanni Strada
Un tributo all'innovazione: Nanni Strada e il suo approccio rivoluzionario nella progettazione industriale per la moda.
Il 27 marzo 2024, il Politecnico di Milano ha conferito la Laurea magistrale ad Honorem in Design for the fashion system a Nanni Strada, un riconoscimento che intende evidenziare l'importante ruolo che Strada ha avuto nel processo di innovazione della progettazione industriale per la moda. Si tratta della seconda Laurea ad Honorem che il Corso di Studi in Design for the Fashion System attribuisce negli ultimi vent’anni, preceduta unicamente da quella conferita a Giorgio Armani nel 2007.
La celebre fashion designer milanese ha rivoluzionato il mondo della moda introducendo il linguaggio del progetto nella creazione di abiti, sempre sperimentando con innovazioni tecnologiche e produzione industriale.
Per comprendere il suo spirito pionieristico e la sua vocazione all’innovazione è essenziale ricordare come il suo costante interesse nel campo del design e dell'architettura abbia dato origine al concetto di abbigliamento come "elemento puro", distaccato dalla tradizionale sartoria e dalle mode stagionali.
Fin dagli anni Settanta, ha condotto una ricerca trasversale in collaborazione con le principali aziende di abbigliamento e tessile, firmando collezioni con Dolomite, Ermenegildo Zegna, Fiorucci, La Perla, Max Mara, Nordica, Visconti di Modrone, contribuendo a portare l'eccellenza del Made in Italy nel mondo. Nel 1984 ha depositato i marchi “Nanni Strada” e “Nomade”, per produrre e distribuire internazionalmente le sue creazioni.
Nanni Strada ha esposto in importanti contesti internazionali e ha pubblicato diversi volumi fondamentali sul fashion design e la cultura del progetto. Tra i prestigiosi riconoscimenti che negli anni le sono stati conferiti, ricordiamo il Compasso d'Oro ADI nel 1979 per il pionieristico sistema di indumenti "Il Manto e la Pelle", realizzato per Calza Bloch con processi automatici e senza scarti di produzione, costituito da un unico pezzo abito-mantello di tessuto, primo capo al mondo completamente prodotto senza cuciture.
Le motivazioni alla base della scelta di conferire la Laurea ad Honorem a Nanni Strada fanno proprio riferimento all’innovazione applicata alla progettazione industriale per la moda, alla capacità di porre la cultura del progetto come elemento centrale nella definizione di oggetti e allo sviluppo di progetti radicalmente innovativi per quanto riguarda tutte le fasi del processo industriale: progettazione, costruzione, scelta dei materiali e assemblaggio dell’abito.
La cerimonia di conferimento si è aperta con i saluti del Preside della Scuola del Design, professor Francesco Zurlo, e ha visto la partecipazione della professoressa Paola Bertola, Direttrice Vicaria del Dipartimento di Design, che ha curato la laudatio che ha introdotto la lectio magistralis di Nanni Strada.
Durante l’evento la Professoressa Valeria Maria Iannilli, Coordinatrice del Consiglio del corso di studio in Design della Moda – Design for the Fashion System del Politecnico di Milano, ha sottolineato:
«Nanni Strada ha contribuito allo sviluppo della cultura del progetto ed è parte di quelle radici culturali, che a partire dagli anni ’60 hanno saputo fare del design per la moda una delle espressioni di eccellenza del nostro paese»
«Nanni Strada è parte delle radici culturali della Scuola del Design con cui ha condiviso come docente il suo complesso sistema di conoscenze e pratiche a partire dal 1999, nell’allora appena nato Corso di Laurea in disegno industriale del Politecnico di Milano. Il nostro Corso di Studi, nato proprio per formare una nuova classe di designer per la moda si sente oggi in particolare coerenza con una designer che ha fatto dell’innovazione della cultura del progetto la centralità delle sue ricerche e prassi progettuali e, allo stesso tempo, ci sentiamo orgogliosi di dare ai nostri studenti dei Corsi di studi in Design della Moda un nuovo riferimento identitario capace di arricchire la consapevolezza delle proprie radici culturali, che trovano luogo nella storia di quei designer, che hanno saputo interpretare la moda come progetto»